Alla fine del 2007 è stata pubblicata la norma UNI 10966:2007 “Rivestimenti resinosi per pavimentazioni: Istruzioni per la progettazione e l’esecuzione”, aggiornata nell’ottobre 2020, che definisce i criteri di progettazione ed esecuzione dei rivestimenti in resina per pavimentazioni interne ed esterne, per superfici orizzontali e verticali, per sistemi tradizionali applicati nell’industria e per i più recenti sistemi decorativi.
Per gli operatori del settore conoscere la normativa ha un’importanza strategica, perché? Di fatto siamo costantemente alla ricerca di nuove soluzioni decorative, nuove superfici da progettare, nuove esperienze di lavoro, ma spesso non svuotiamo la mente dalle prassi consolidate tradizionali e cadiamo in errori di superficialità in cantiere, il più delle volte dovuti a dei metodi consolidati tradizionali di preparazione delle superfici. Oppure cadiamo in valutazioni approssimative delle caratteristiche dei piani di posa, che vengono frequentemente sottovalutati per l’applicazione delle resine. In realtà quello che va bene per un lavoro tradizionalmente eseguito non sempre può andar bene per la realizzazione di un rivestimento con le resine.
Aggiungo che l’uso delle resine e la peculiarità dei singoli prodotti sono oggetto di un presupposto di conoscenza e approfondimento tecnico, che va fatto di volta in volta che ci si trova di fronte all’uso del materiale.
Ecco perché l’obiettivo fondamentale della norma UNI 10966:2020 è quello di delineare con chiarezza i criteri di progettazione ed esecuzione dei sistemi resinosi, per superfici orizzontali e verticali, sia interne che esterne.
Studiare la norma significa imparare professionalmente che cosa è la resina per rivestimenti e i campi di applicazione, apprendere un metodo di valutazione e preparazione dei supporti, riconoscere tipologie e caratteristiche dei piani di posa, saper scegliere un sistema resinoso in relazione alla sua destinazione d’uso, ottenendo un elenco di regole fondamentali per usare le resine professionalmente nel proprio lavoro.
Regole non solo attinenti alle singole caratteristiche, alla natura dei materiali impiegati e prestazioni dei sistemi resinosi, ma anche ai criteri di organizzazione di cantiere, collaudo, manutenzione e corretta pulizia.
Ma vediamo più nel dettaglio il contenuto della norma, cercherò di riassumere brevemente tutti i punti con alcune osservazioni. Il completo studio della norma può essere condotto attraverso la formazione specialistica e attraverso i canali UNI.
Quali sono le caratteristiche dei principali sistemi resinosi?
Per progettare un sistema resinoso, che sia un pavimento o un rivestimento, che sia un sistema industriale piuttosto che un sistema decorativo, occorre prima di tutto avere di riferimento la destinazione d’uso che quella superficie dovrà svolgere e dunque i requisiti funzionali e prestazionali. Bisognerà valutare l’insieme delle caratteristiche significative, che qualificano e certificano quel sistema resinoso, come la resistenza meccanica, chimica, la reazione al fuoco o il comportamento nei confronti di agenti aggressivi come il più semplice irraggiamento solare ad esempio. Ai sensi della UNI 10966 il resinatore e il tecnico professionista in sistemi resinosi matureranno competenze di valutazione e progettazione del sistema, anche sulla base di criteri di misurazione delle prestazioni stesse.
Dove è possibile eseguire un sistema resinoso?
Considerato che il sistema resinoso non è mai autoportante esso deve essere applicato su un supporto sufficientemente coeso privo di fessure, stabile e che non presenti condizioni di umidità problematiche. Ai sensi della norma – e del buon senso, permettetemi – assumono un ruolo fondamentale le prestazioni stesse dei supporti di applicazione: prestazioni meccaniche, di stabilità e idoneità alle sollecitazioni chimiche, termiche, statiche e dinamiche una volta che il sistema resinoso sarà in esercizio.
Quali sono in sintesi i fattori determinanti del piano di posa e che determinano quindi la buona riuscita di un rivestimento resinoso? Prima di tutto qualità intrinseche come l’età di un massetto, di un intonaco o di un rivestimento esistente e dunque la resistenza meccanica e la coesione; il grado di inquinamento cioè la presenza di impurità e polveri che possono compromettere l’adesione e la compatibilità tra supporto e resina; la compatibilità con il rivestimento, e non parlo solo di compatibilità di adesione, ma anche di compatibilità prestazionale tra supporto e rivestimento; le temperature.
Può benissimo accadere che nel progettare un rivestimento non si e tenuto conto di tutte le esigenze prestazionali necessarie, trascurando ad esempio le sollecitazioni che il sistema doveva sopportare durante l’uso, l’interazione tra supporto e rivestimento e le condizioni ambientali, per privilegiare altre caratteristiche, magari più apprezzate al momento della scelta dei lavori, come: l’aspetto estetico, il prezzo, un minor tempo di esecuzione, ma meno determinanti ai fini della durata.
La sezione della norma relativa ai supporti applicativi è giustamente ben dettagliata di molti aspetti, la cui conoscenza è fondamentale soprattutto per coloro che senza esperienza si avvicinano al mondo applicativo. Non solo per conoscerne le caratteristiche ma anche le corrette metodologie di preparazione. La preparazione del supporto ha una importanza fondamentale. Spesso capita di imbattersi in pavimenti in resina soggetti a esfoliazione o distacchi localizzati dal sottofondo. La causa, nella maggior parte dei casi, è da imputare ad una totale mancanza di preparazione del sottofondo o ad una valutazione superficiale delle caratteristiche chimiche e fisiche del supporto, conseguenza, nella grande maggioranza dei casi, della mancata professionalità del posatore.
Come scegliere un sistema resinoso rispetto ad un altro?
La norma detta i criteri di scelta di un sistema resinoso in funzione delle caratteristiche richieste e delle prestazioni legate alle diverse tipologie di materiali eh alle condizioni cui il sistema resinoso è posto in servizio.
Come si applica un sistema resinoso?
Il termine stesso “sistema” implica l’utilizzo di un ciclo applicativo per la maggior parte dei rivestimenti che vengono classificati dalla norma, in funzione dello spessore e delle prestazioni richieste. I cicli resinosi impiegano prodotti con peculiarità specifiche di adesione e resistenza, infatti, in relazione alle finalità d’uso del rivestimento. La norma classifica a tale scopo le tipologie di materiali nonché la strumentazione per l’applicazione e la diagnostica.
Grazie alla buona opera è possibile ridurre gli inestetismi dovuto al lavoro manuale o alle condizioni ambientali, cui è sottoposto il rivestimento per tutta la durata del lavoro di applicazione.
Quali sono i criteri di collaudo e accettazione?
L’aspetto di collaudo e accettazione di un sistema resinoso è fondamentale per il resinatore così come per il tecnico commerciale. Conoscere questo aspetto della norma significa limitare i contenziosi e svolgere una attività di vera qualifica professionale. Per evitare valutazioni soggettive e non attinenti alle reali aspettative su un sistema resinoso, la norma stabilisce la linea guida sulla qualità funzionale, sui limiti e le tolleranze di risultato di un rivestimento in resina. La norma riconosce, così come deve essere, che in tutti i rivestimenti resinosi siano presenti delle irregolarità nella finitura e che non sono un difetto ma una peculiarità della lavorazione artigianale; tuttavia, il tipo di rivestimento progettato ed eseguito deve essere conforme al criterio di collaudo indicato. È fondamentale, inoltre, che questi criteri vengano descritti contrattualmente nel progetto del capitolato d’appalto, che deve definire i metodi di misurazione e controllo finali. Mancando precisi riferimenti a questi limiti e tolleranze, il rivestimento resinoso può essere considerato come un pavimento commerciale per il quale – in considerazione del basso livello tecnico – non sono neppure necessarie prescrizioni e non c’è pretesa di aspettativa alcuna.
Corredo qualitativo di una realizzazione ad opera d’arte.
Completano la norma UNI 10966:2020 le sezioni sull’organizzazione di cantiere e la cura e manutenzione delle superfici resinose.
Non è scontato infatti che per la realizzazione di un rivestimento in resina venga tenuto conto degli aspetti di sicurezza, pulizia, ordine di cantiere, mantenimento degli strati d’usura e tempi di asciugatura. Se mancasse la conoscenza approfondita degli aspetti di pratica professionale specialistica, sarebbe davvero facile incorrere in problemi e contestazioni post-applicative.
Tra gli aspetti da considerare per una buona posa delle resine, troviamo certamente la corretta delimitazione e preparazione del cantiere, della chiusura d’uscita, inclusa la postazione di impasto dei materiali. Le semplici banalità come tenere un abbigliamento e stato personale pulito e depolverato, l’utilizzo di fruste di impasto dedicate a questa tipologia di materiali e attrezzature pulite, sono solo alcuni degli elementi che possiamo raccogliere nelle consuetudini del resinatore professionista.
Per concluderei dati presentati in questo articolo rappresentano, anche se sommariamente, uno schema ben preciso di progettazione e implementazione dei sistemi resinosi e ci riserviamo di approfondire ulteriormente ogni aspetto con delle linea guida alla lettura della norma.
Autore
Angelica Cataldo
Titolare ARKdeko’® Design, ideatore PROFESSIONE RESINA
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