Imperizia applicativa, superficiale valutazione dei piani di posa e resine di bassa qualità pregiudicano la riuscita ottimale di un pavimento in resina.
In questo articolo, non vogliamo distruggere il tuo sogno di ottenere un pavimento in resina o microcemento per la tua casa o la tua attività, al contrario invece: vogliamo offrirti gli strumenti per valutare una proposta di qualità che ti possa garantire un risultato a regola d’arte.
Se vuoi una consulenza per valutare una proposta contrattuale della realizzazione di un nuovo pavimento in resina, o hai necessità di valutare una contestazione, visita la pagina CONSULENZA PAVIMENTI IN RESINA
La foto sopra la mostriamo durante i nostri corsi di formazione per gli applicatori e rappresenta uno dei problemi più diffusi nella cantieristica male eseguita.
E’ suggestiva vero?
Non si tratta di una ristrutturazione di un vecchio pavimento in resina.
Questo pavimento era stato realizzato solo 6 mesi prima della nostra ispezione.
6 mesi!
Il cliente ha richiesto una consulenza per verificare l’applicazione che aveva ricevuto sul suo pavimento: un intervento di sovrapposizione di pavimento in resina su piastrelle esistenti.
Le lamentele del cliente per il lavoro mal eseguito erano rigonfiamenti e fessure.
Dalla verifica della stratigrafia è emerso:
1. le piastrelle non erano preparate adeguatamente (assenza di pallinatura, levigatura scadente);
2. il fondo di posa del decorativo non era una resina, bensì una colla cementizia;
3. le resine impiegate si limitavano dunque a meno di 1 mm di spessore sulla colla.
Ai sensi del sub.7.3 UNI 10966 Criteri di scelta del sistema resinoso, il pavimento realizzato non è risultato idoneo, non soddisfando i requisiti prestazionali richiesti dalla Committenza, dalla normativa e dalla destinazione d’uso delle superfici. Inoltre, in un confronto con l’offerta accettata dalla clientela, è emerso che il contratto non era sufficientemente trasparente, in relazione alla stratigrafia e sistema resinoso proposto, allo spessore finale previsto e alle caratteristiche significative.
Cosa provoca crepe nella resina?
Lesioni e distacchi nella maggior parte dei casi sono provocati da una delaminazione del rivestimento dal substrato che lo accoglie: in pratica la resina si stacca, si gonfia e non avendo supporto su cui poggiare, si lesiona.
Il motivo?
Carenza di preparazione del piano da parte dell’applicatore e/o carenza del prodotto. In altri casi i danni possono essere provocati dallo stesso supporto: massetto, piastrelle e altri materiali che provocano una tensione talmente forte da strappare anche il rivestimento in resina. Sulla base della norma di riferimento
cit. sub 8.13 UNI 10966 Su supporti che potenzialmente potrebbero avere movimenti residui, è consigliato applicare uno strato di armatura nel sistema resinoso, costituito da rete o foglio di tessuto-non-tessuto di materiale sintetico o vetro, eventualmente a filo continuo, che deve essere completamente annegato in uno o più strati di formulato resinoso.
Lo strato di armatura non evita le potenziali deformazioni residue del supporto, ma controlla e riduce l’entità del danneggiamento che il sistema resinoso subirebbe nel caso tali deformazioni dovessero avvenire.
Tuttavia, sfatiamo il primo mito con parole semplici: la rete serve o non serve nei pavimenti in resina?
Nel caso che hai appena visto nella foto sopra possiamo rispondere: è irrilevante!
Quello che conta è l’impiego di un sistema resinoso, riprendo nuovamente la dicitura della norma: è consigliato applicare uno strato di armatura nel sistema resinoso.
Mettere la rete con un collante non è un pavimento in resina, ma è certamente un sistema economico per coprire le mattonelle!
Un pavimento in resina fatto male (come questi nelle foto), sono devastanti per il mercato e rovinano la credibilità del settore, ma soprattutto possono devastare il tuo progetto di rivestimento.
Ecco alcune altre foto che abbiamo rilevato su richiesta di consulenza.
Se hai necessità di valutare, per un tuo progetto di pavimento o rivestimento in resina puoi contattarci attraverso questo modulo e riceverai assistenza dedicata.
Il secondo grande problema che si rileva nelle applicazioni problematiche, sono:
le BOLLE dei pavimenti in resina.
Parliamo principalmente delle bolle nel pavimento in resina, dovute ad umidità.
Puoi riconoscerle perchè all’interno generalmente contengono acqua o condensa.
La maggior parte dei sistemi resinosi non è facilmente permeabile all’acqua. Le resine sono infatti riconosciute per elevate caratteristiche di impermeabilità: in presenza di umidità del sottofondo il rivestimento in resina si gonfia creando un tipico aspetto a bolle e si stacca.
Sappiamo bene che lavorare in condizioni di umidità rappresenta sempre una situazione critica, ma avere capacità di valutazione e analisi, conoscere gli strumenti per prevedere il rischio e le tecniche per affrontarlo è il dovere di un applicatore professionista ed è previsto dalla normativa di corretta progettazione e posa dei sistemi resinosi.
Una delle situazioni più gravi nella quali si può incorrere è in presenza di umidità di risalita capillare: si innesca un fenomeno per cui la pressione negativa dell’acqua fa distaccare il rivestimento resinoso all’interno della bolla si rinviene condensa e quindi acqua (molto probabilmente con dei sali disciolti che aiutano naturalmente nel distacco della resina).
Per la posa su sottofondi umidi quindi soprattutto in presenza di umidità di risalita capillare è obbligatorio adottare una preparazione della superficie specifica (prevedere una barriera vapore chimica) oppure prediligere un sistema resinoso traspirante o compatibile con il supporto umido.
Sono obbligatori per il resinatore i controlli preventivi sul supporto e nella progettazione esecutiva di un sistema resinoso occorre verificare:
umidità ambientale;
umidità residua di stagionatura dei supporti di applicazione;
umidità di risalita.
Il metodo di misurazione a norma per poter verificare correttamente la quantità di umidità contenuta in un supporto di applicazione metodo prevede la misurazione con igrometro al carburo (rif. UNI 10329:2018). È un metodo valido per qualsiasi tipo di cemento o legante cementizio e anche per supporti a base di anidride o malte speciali, malte a rapida essiccazione, quindi indipendentemente dalla composizione del prodotto che compone il supporto.
La norma disciplina che l’umidità rilevata al carburo nei massetti cementizi deve essere inferiore al 2%, mentre in quelli anidridici inferiore allo 0,5%.
La norma UNI 10966:2020 riporta come valore limite di accettazione 2-4% (e di seguire contestualmente le indicazioni del produttore del sistema resinoso).
Per umidità superiori occorre considerare l’applicazione di un prodotto che svolge la funzione di barriera vapore chimica.
Ecco alcune foto che abbiamo ricevuto per richiesta di consulenza.
Sappiamo bene che lavorare in condizioni di umidità rappresenta sempre una situazione critica, ma avere capacità di valutazione e analisi, conoscere gli strumenti per prevedere il rischio e le tecniche per affrontarlo è un dovere di un applicatore professionista.
E’ il dovere anche di un fornitore che deve saper proporre il corretto sistema resinoso. La norma UNI 11835:2021 disciplina anche i Requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità dei tecnici commerciali coinvolti nella vendita di sistemi resinosi, non solo le responsabilità delle imprese esecutrici dunque.
Conoscere gli aspetti della norma per i professionisti coinvolti nella progettazione, vendita ed esecuzione, significa limitare i contenziosi e svolgere una attività di vera presenza professionale. Per evitare valutazioni soggettive e non attinenti alle reali aspettative su un sistema resinoso, la norma stabilisce la linea guida sulla qualità funzionale, sui limiti e le tolleranze di risultato di un rivestimento in resina. La norma riconosce, così come deve essere, che in tutti i rivestimenti resinosi siano presenti delle irregolarità nella finitura e che non sono un difetto ma una peculiarità della lavorazione artigianale; tuttavia, il tipo di rivestimento progettato ed eseguito deve essere conforme al criterio di collaudo indicato. È fondamentale, inoltre, che questi criteri vengano descritti contrattualmente nel progetto del capitolato d’appalto, che deve definire i metodi di misurazione e controllo finali. Mancando precisi riferimenti a questi limiti e tolleranze, il rivestimento resinoso può essere considerato come un pavimento commerciale per il quale – in considerazione del basso livello tecnico – non sono neppure necessarie prescrizioni e non c’è pretesa di aspettativa alcuna.
Come dimostrato dall’attività legislativa, la posa in opera della resina, al pari di altre applicazioni edili, è un lavoro altamente professionale.
Il progetto PROFESSIONE RESINA intende contribuire alla crescita e allo sviluppo informativo sugli standard europei sulle caratteristiche dei supporti di applicazione, sulla corretta identificazione dei prodotti e delle tecniche di applicazione.
Se hai necessità di valutare, per un tuo progetto di pavimento o rivestimento in resina puoi contattarci attraverso questo modulo e riceverai assistenza dedicata.
Autore
Angelica Cataldo
Titolare ARKdeko’® Design, ideatore PROFESSIONE RESINA
Richiedi una consulenza: https://www.professioneresina.it/contatti